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Sciatori “transfrontalieri” e normativa anti Covid

Una delle questioni più dibattute nelle ultime settimane riguarda la possibilità per i cittadini italiani di recarsi a sciare nelle località di montagna dei Paesi confinanti.

Secondo qualche affrettato lettore del Dpcm 3 dicembre 2020, infatti, tale possibilità vanificherebbe  i pesanti sacrifici imposti alle località di montagna italiane, dal momento che il nostro sciatore “transfrontaliero” potrebbe comunque importare il virus contratto sulle piste da sci dei Paesi confinanti.

Insomma, al danno si aggiungerebbe, come si dice, anche la beffa.

Tuttavia, leggendo più attentamente, si osserva che tali conseguenze non si produrranno, almeno per coloro che non possono permettersi di partire prima del 21 dicembre (e ci si augura che siano la maggior parte, visto che sino al 24 dicembre le attività lavorative e commerciali resteranno aperte).

Infatti, il nostro sciatore che partisse per uno dei Paesi esteri per trascorrervi un periodo di vacanza dal 21 dicembre sino al 6 gennaio dovrà sottoporsi al rientro ad un periodo di quarantena di quattordici giorni, secondo quanto prevede l’art. 8, comma 7 del Dpcm. Tale obbligo scoraggerà probabilmente molti ad attraversare i confini e, in ogni caso, la quarantena di quei pochi che potranno comunque permetterselo consentirà di evitare che gli inevitabili assembramenti sulle piste da sci possano portare ad un incremento dei contagi nel nostro Paese.

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