Care ONLUS e adesso?

Le ONLUS, così come le abbiamo conosciute finora, stanno per scomparire. Tutte le organizzazioni ancora iscritte avranno un tempo limitato per decidere se entrare ufficialmente nel mondo del Terzo Settore oppure seguire un’altra strada. Una decisione fondamentale, che non riguarda solo aspetti burocratici, ma l’identità stessa degli enti e il loro modo di operare.
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto-legge 17 giugno 2025, n. 84, si chiude un lunghissimo periodo di incertezza per le ONLUS.
Dal 1° gennaio 2026, infatti, cesserà definitivamente di esistere l’anagrafe unica delle ONLUS e tutti gli enti, attualmente, iscritti avranno 90 giorni di tempo – quindi fino al 31 Marzo 2026 – per valutare se e come transitare all’interno del perimetro degli enti del Terzo settore, pena la perdita della qualifica ed il conseguente obbligo di devoluzione del proprio patrimonio.
Una scelta non più rinviabile, che necessita di una attenta analisi della struttura e dei modelli organizzativi di singoli enti, al fine di valutare l’opzione maggiormente coerente ed in linea con le proprie finalità istituzionali.
Le, attuali, organizzazioni non lucrative di utilità sociale dovranno, dunque, decidere se acquisire lo status di ente del Terzo settore, scegliendo fra le opzioni previste dal Codice del Terzo settore (es. ente filantropico, altri enti del Terzo settore, etc.), oppure se “trasformarsi” in imprese sociali, sulla base delle nuove previsioni introdotte dal D.lgs. 112/17.
Una scelta che non riguarda esclusivamente la modifica delle disposizioni statutarie, ma che deve essere preceduta da una attenta analisi anche dei profili di natura fiscale, considerato che dal 1° gennaio 2026 – sempre a seguito dell’approvazione del menzionato decreto – entrerà in vigore anche il nuovo regime fiscale per tutti gli ETS.