Il third-party litigation funding negli Stati Uniti: tra trasparenza, fisco e lobbying

Negli Stati Uniti, il dibattito sul finanziamento delle liti, il c.d. third party litigation funding (TPLF), sta coinvolgendo anche l’attività del Parlamento e del Governo federale. Infatti, le principali compagnie assicurative (Chubb, Marsh McLennan, Allstate, Liberty Mutual, CNA, The Hartford, Travelers, State Farm, ecc.) hanno dichiarato pubblicamente di ritenere che il TPLF alimenti i cosiddetti “nuclear verdicts” e l’“inflazione sociale” nei contenziosi, causando costi di gestione che vengono poi trasferiti ai consumatori e alle aziende.
Alcuni parlamentari hanno formulato varie proposte di legge finalizzate (i) a tassare i profitti dei litigation funders al tasso massimo dell’imposta sul reddito individuale; (ii) richiede che i contratti di TPLF siano divulgati nei procedimenti federali, indicando chi li ha stipulati e a come viene ripartito il risarcimento ottenuto dalla causa; (iv) vietare l’investimento negli USA di governi stranieri o fondi sovrani e imporre trasparenza sugli investitori esteri nelle cause giudiziarie.
La proposta di imporre una tassa supplementare compresa tra il 31,8% e 40,8% sui profitti del TPLF fu inizialmente inserita anche nel pacchetto fiscale del 2025 (il c.d. “One Big Beautiful Bill”) sostenuto dall’amministrazione Trump e recentemente approvato dalla Camera e dal Senato statunitensi. Tuttavia, la proposta è stata considerata non conforme ai requisiti procedurali del bilancio, portando alla sua rimozione dal testo definitivo approvato il 4 luglio 2025.
Le cronache riportato una presunta attività delle compagnie assicurative e le associazioni di settore di lobbying sul Congresso e sul governo Trump per riproporre la misura o varare nuove misure fiscali. Intanto, un comitato consultivo dell’US Judicial Conference (l’organo di governo dell’intero sistema giudiziario federale statunitense), ha istituito un gruppo di lavoro per valutare l’eventuale introduzione di regole federali che obblighino a dichiarare il finanziamento esterno delle cause civili.
Come spesso accade, anche per il litigation funding, gli Stati Uniti sono un laboratorio di dibattito ed iniziative imprenditoriali e politiche che ci danno una visione davvero interessante del possibile sviluppo futuro del fenomeno anche nel Vecchio Continente.