Restrizioni sui prezzi nel lusso: la Commissione UE sanziona tre grandi marchi per 157 milioni di euro

La Commissione europea ha inflitto sanzioni per oltre 157 milioni di euro ai marchi di moda Gucci, Chloé e Loewe per aver posto in essere pratiche di imposizione dei prezzi di rivendita, in violazione dell’articolo 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (TFUE) e dell’art. 53 dell’Accordo SEE.
Dalle indagini è emerso che le tre case di moda avrebbero imposto ai rivenditori indipendenti restrizioni volte a uniformare i prezzi al dettaglio, limitando la libertà commerciale dei distributori sia nelle vendite online che nei punti vendita fisici. Le tre imprese avrebbero vietato ai rivenditori di discostarsi dai prezzi di vendita raccomandanti, fissando soglie massime di sconto e stabilendo periodi specifici per le promozioni. In alcuni casi, i rivenditori sono stati temporaneamente privati della possibilità di applicare sconti o di promuovere determinati articoli.
Per garantire il rispetto di tali politiche, Gucci, Chloé e Loewe monitoravano costantemente i prezzi praticati dei propri rivenditori, intervenendo in caso di deviazioni. Secondo la Commissione, tali condotte hanno ridotto la concorrenza intrabrand e determinato un aumento artificiale dei prezzi a danno dei consumatori finali.
Le pratiche si sarebbero protratte per diversi anni e hanno interessato l’intero Spazio economico europeo (SEE). In particolare:
- Gucci ha attuato le restrizioni tra aprile 2015 e aprile 2023;
- Loewe tra dicembre 2015 e aprile 2023;
- Chloé tra dicembre 2019 e aprile 2023.
Le condotte sono cessate nell’aprile 2023, in seguito agli accertamenti senza preavviso effettuati dalla Commissione presso le sedi delle rispettive società in Italia (Gucci), Francia (Chloé) e Spagna (Loewe).
La qualificazione giuridica e la determinazione delle sanzioni
Le pratiche in questione sono state qualificate come infrazioni uniche e continuate ai sensi dell’articolo 101 TFUE e dell’articolo 53 dell’Accordo SEE, che vietano gli accordi e le pratiche restrittive della concorrenza idonee a pregiudicare il commercio tra gli Stati membri.
Sono state concesse riduzioni nell’ambito della procedura di cooperazione antitrust, in ragione del contributo fornito dalle imprese all’accertamento dei fatti e al riconoscimento della violazione. In particolare, Gucci ha rilevato una violazione non ancora nota alla Commissione, Loewe ha consentito di estendere la portata temporale dell’infrazione.
Implicazioni e strumenti di tutela
Le decisioni della Commissione riaffermano il principio secondo cui le restrizioni nelle intese verticali sui prezzi costituiscono una grave violazione del diritto della concorrenza, specialmente nei mercati caratterizzati da forte riconoscibilità del marchio e distribuzione selettiva.
Distribuzione – considerazioni finali
Come affermato da Teresa Ribera, Vicepresidente esecutiva per una Transizione pulita, giusta e competitiva, con queste decisioni, la Commissione invia un segnale chiaro al mercato della moda di lusso e, più in generale, al comparto del retail europeo.
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