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Avvocatura in crisi: meno iscritti, più redditi, ma tanti vogliono lasciare.

Il Consiglio Nazionale Forense (CNF), insieme all’Organismo Congressuale Forense (OCF) e alle principali associazioni di categoria, ha completato il nuovo testo di riforma dell’ordinamento professionale. L’obiettivo è presentarlo in Parlamento entro 15 giorni per l’approvazione. Il presidente del CNF, Francesco Greco, ha sottolineato la necessità di superare la disparità reddituale tra uomini e donne, definendo “intollerabile” una differenza del 50%. Per riequilibrare la situazione, ha proposto l’introduzione di una norma che obblighi la Pubblica Amministrazione e l’autorità giudiziaria a rispettare la parità di genere nell’assegnazione degli incarichi. Tuttavia, ha anche rivolto un monito alle avvocate, esortandole a non limitarsi al diritto di famiglia – settore storicamente meno remunerativo – ma a diversificare le loro competenze in altre aree del diritto.

I dati nel dettaglio
L’Avvocatura in crisi: meno iscritti, redditi in crescita, ma tanti vogliono lasciare
Il mondo dell’avvocatura italiana sta vivendo una fase di profonda trasformazione. Diminuiscono i praticanti e le iscrizioni alla Cassa forense, mentre il reddito medio cresce, ma con forti squilibri tra genere e territorio. Tuttavia, un numero sempre maggiore di professionisti valuta l’idea di abbandonare la professione, ritenendola non più sostenibile economicamente e troppo difficile da conciliare con la vita familiare, soprattutto per le donne.

Numeri in calo, redditi in crescita (ma con forti disuguaglianze)
Secondo il rapporto Cassa Forense-Censis, presentato a Roma nella sua IX edizione, gli avvocati attivi in Italia sono attualmente 233.260, con un calo dell’1,6% rispetto all’anno precedente. Le iscrizioni alla Cassa forense continuano a diminuire, mentre aumenta il numero di pensionati, che tra il 2019 e il 2024 è cresciuto di quasi 5.000 unità. In parallelo, gli iscritti non pensionati sono diminuiti di quasi 15.000.
Nonostante questo, i redditi medi sono aumentati: oggi si attestano sui 47.678 euro annui. Ma il divario è evidente. Gli uomini guadagnano mediamente 62.456 euro, mentre le donne si fermano a 31.115 euro. La disparità è altrettanto marcata su base territoriale: in Lombardia il reddito medio è di 81.115 euro, mentre in Calabria si scende a 24.203 euro.
Secondo il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, l’aumento del reddito è in parte dovuto agli effetti del PNRR. Tuttavia, ha espresso preoccupazione per la decrescita del numero di avvocati, definendo l’uscita dalla professione come “un piccolo suicidio”.

Avvocati sempre più anziani e difficoltà per le donne
L’età media degli avvocati si avvicina ormai ai 49 anni, con una crescente presenza di pensionati. Le donne dominano tra gli under 34 (57,2% contro il 42,8% degli uomini), ma con l’avanzare dell’età la tendenza si inverte: nella fascia 55-64 anni, la presenza maschile raggiunge il 58,6%.
Un altro tema critico è la conciliazione tra professione e vita familiare. Le avvocate faticano più dei colleghi uomini a bilanciare incarichi e impegni personali, una difficoltà che contribuisce all’abbandono della professione.

Conclusione
L’avvocatura italiana si trova a un bivio: da un lato, il settore sembra contrarsi, con sempre meno giovani e un progressivo invecchiamento della categoria. Dall’altro, la riforma in arrivo potrebbe rappresentare una svolta, correggendo alcune delle disuguaglianze e rendendo la professione più attrattiva per le nuove generazioni. Resta da vedere se le misure proposte saranno sufficienti per invertire la tendenza e dare nuovo slancio alla categoria.

1 Comment

  • Franco Cavalleri
    Posted 6 Maggio 2025 at 15:34

    Un panorama alquanto scoraggiante. Non tanto per le opportunità economiche, che pure contano, ma perché gli avvocati sono, per tradizione, uno dei pilastri della Cultura di un Paese, di una civiltà. Tanto è vero, che sono anche stati uno dei primi bersagli delle epurazioni da parte di invasori e despota. Vedi i casi Polonia 1939 e Cambogia con Pol Pot, ma anche Cina maoista.

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