Chi è davvero indipendente? Il rebus europeo dei produttori audiovisivi

Produttori Indipendenti Europei: una definizione cruciale anche alla luce della imminente revisione della Direttiva AVMS 2026
Un recente report sulle diverse definizioni di “produttori indipendenti” di opere audiovisive nei vari stati dell’Europa, pubblicato dall’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo, riapre il dibattito intorno alla crucialità di questa nozione, anche alla luce della ormai imminente revisione della Direttiva sui Servizi di Media Audiovisivi (AVMSD), prevista per il 2026.
La revisione della AVMSD si pone infatti, tra i suoi obiettivi, proprio quello di continuare a regolamentare e promuovere il mercato dei media audiovisivi dell’UE, affinché sia equo, sicuro, affidabile e competitivo, nonché favorire lo sviluppo di contenuti audiovisivi europei indipendenti, affidabili e diversificati sul piano culturale.
In questo contesto, si inserisce la fotografia che ci restituisce l’Osservatorio europeo in merito alla mancanza di una definizione europea univoca di produttore indipendente (anche in ragione delle varie trasposizioni nazionali della direttiva), nozione eppur decisiva sia per le “quote” nazionali di produzione e programmazione, sia per i criteri del sostegno pubblico al settore.
Le molteplici facce dell’indipendenza: le definizioni attuali
Il report evidenzia come i Paesi europei (coinvolgendo anche Norvegia, Svizzera e Regno Unito) definiscano l’indipendenza principalmente ai fini dell’accesso ai finanziamenti pubblici. Il punto di partenza è la Direttiva AVMSD del 2010, il cui Considerando 71 offre una guida basata su tre criteri principali:
- Proprietà della società di produzione,
- Quantità di programmi forniti allo stesso fornitore di servizi media audiovisivi, un limite per evitare la dipendenza eccessiva da un singolo committente.
- Titolarità dei diritti secondari, in termini di capacità del produttore di mantenere e sfruttare i diritti secondari sull’opera dopo la prima trasmissione.
Tuttavia, il report rivela una notevole frammentazione: molte legislazioni nazionali, pur ispirandosi alla AVMSD, hanno introdotto criteri aggiuntivi. Questi possono riguardare requisiti di tipo finanziario (legati alla struttura societaria del produttore e a eventuali collegamenti con i broadcaster, oppure la capacità di finanziare, almeno in parte, le opere), l’indipendenza operativa (intesa come possibilità per i produttori di fare business senza interferenze dai broadcaster) e la titolarità dei diritti di proprietà intellettuale. Un dato significativo è che quasi tutti i paesi hanno introdotto una definizione di indipendenza, ma i criteri dettati dal considerando 71 sono stati trasposti in maniera molto diversa. Alcuni, ad esempio, utilizzano la combinazione dei tre criteri, altri adottano un approccio basato su due criteri (combinando la proprietà della società e la titolarità dei diritti di proprietà intellettuale) o addirittura su 4 criteri. Anche gli stati che utilizzano gli stessi criteri si differenziano poi nella loro applicazione, poiché talvolta vengono usati parametri quantitativi e in altri casi, criteri più generali di tipo qualitativo (soprattutto con riferimento ai criteri di tipo finanziario). Il concetto stesso di indipendenza è declinato diversamente: sebbene nella maggior parte dei paesi riguardi i fornitori di AVMS, in alcuni casi si estende a enti pubblici, operatori radio, istituzioni educative e persino altre società di produzione. Il Regno Unito, in particolare, amplia questo campo di applicazione per includere anche entità societarie non britanniche e grandi aziende sulla base di specifici criteri finanziari.
La Revisione AVMSD 2026: implicazioni per i Produttori Indipendenti
La revisione della AVMSD, attesa entro il 19 dicembre 2026, rappresenta un momento chiave per l’intero settore audiovisivo europeo. L’Articolo 33 della AVMSD attualmente in vigore impone alla Commissione di presentare una valutazione ex-post dell’impatto della normativa e del suo valore aggiunto, con possibili proposte di revisione. Questa valutazione sarà supportata da uno studio approfondito sull’applicazione delle disposizioni della direttiva, con particolare attenzione alla promozione delle opere europee e delle produzioni indipendenti.
Il contesto di questa revisione è dinamico: l’ascesa degli influencer, la diffusione della disinformazione e il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale sono tutti fattori che plasmeranno il futuro quadro normativo. La comunità dei produttori indipendenti sta già facendo sentire la propria voce, sottolineando l’importanza di una regolamentazione solida per salvaguardare la diversità culturale e garantire che i produttori mantengano i diritti di sfruttamento e proprietà sulle loro opere.
Un punto di dibattito cruciale sarà se la AVMSD manterrà la sua forma attuale o si trasformerà in un regolamento, direttamente applicabile senza necessità di recepimento nazionale. Questa scelta avrà un impatto significativo sulla flessibilità degli Stati Membri nell’adattare le politiche culturali alle proprie specificità.