La lunga storia del Litigation Funding: dalle restrizioni coloniali alle moderne strategie di accesso alla giustizia

Il dibattito contemporaneo sul Third Party Litigation Funding (TPLF) sembra spesso una questione nuova, legata all’evoluzione tecnologica, alla finanza alternativa e alla trasformazione dei sistemi giudiziari. In realtà, la storia della possibilità — o dell’impossibilità — di finanziare un contenzioso è molto più antica, e affonda le radici in momenti storici complessi, nei quali il finanziamento di una causa era visto non come uno strumento di accesso alla giustizia, ma come una minaccia all’ordine costituito.
Un episodio emblematico proviene dal Canada del primo Novecento, dove una specifica norma impediva ai popoli indigeni persino di raccogliere fondi per pagare un avvocato. Questa pagina di storia, oggi quasi dimenticata, rappresenta una delle prime forme di regolazione — in realtà una proibizione — del litigation funding.
Nel 1927, con una modifica alla Indian Act, il Parlamento canadese introdusse una norma, la section 141, che vietava ai popoli indigeni di raccogliere denaro per sostenere azioni legali e affidarsi a un avvocato per rivendicare diritti su terre o risorse senza autorizzazione governativa.
Chi violava questa previsione — anche un semplice attivista o un legale solidale con le comunità — commetteva un reato.
Lo scopo era chiaro: impedire che le First Nations, le comunità indigene, portassero in tribunale la Corona britannica o il governo federale per contestare l’espropriazione delle loro terre o l’inadempimento dei trattati.
Questa norma, rimasta in vigore fino al 1951, rappresenta un chiaro esempio di come il tema del finanziamento del contenzioso possa rappresentare uno squilibrio di potere processuale.
L’abrogazione della section 141 nel 1951 segnò simbolicamente la fine di un’epoca in cui finanziare una causa era percepito come una minaccia. Negli anni successivi, le comunità indigene iniziarono a intentare contenziosi storici che portarono al riconoscimento del aboriginal title (Supreme Court of Canada, Calder, 1973).
Nel mondo anglosassone, già dalla fine degli anni Sessanta, la crescita dei costi della giustizia spinse verso modelli di finanziamento alternativi. Prima arrivarono le contingency fees, poi il finanziamento da parte di terzi — inizialmente guardato con sospetto come “champerty and maintenance”. Nel sistema di common law, maintenance indicava l’intervento di un soggetto estraneo in una controversia altrui, senza giustificazione legale, per sostenere una delle parti. Champerty rappresentava una forma aggravata di maintenance: il terzo non solo finanziava la causa, ma lo faceva in cambio di una quota del risarcimento o del risultato economico. Questi comportamenti erano considerati vietavi, secondo principi risalenti al diritto medievale inglese che miravano a prevenire abusi, speculazioni e liti temerarie. Sebbene oggi siano stati in gran parte aboliti o attenuati, hanno influenzato profondamente l’evoluzione del litigation funding e la percezione etica del finanziamento delle cause.
È dagli anni Novanta che il litigation funding ha assunto una forma moderna, con la nascita deiprimi fondi dedicati, che portò allo sviluppo di modelli quantitativi di valutazione del rischio.
Oggi il TPLF è una industria internazionale con decine di miliardi di euro di capitali investiti incontenziosi commerciali complessi, arbitrati internazionali, class action e sistemi di tutela collettiva, esecuzione di decisioni arbitrali, forme di cartolarizzazione di portafogli di contenzioso seriale.
L’esempio della Indian Act insegna che la regolazione del finanziamento del contenzioso è uno strumento potentissimo: può favorire l’accesso alla giustizia, oppure limitarlo.
Oggi i nodi principali, spesso oggetto di discussione, sono la trasparenza dei rapporti tra cliente, avvocato e funder; la gestione dei conflitti di interesse; il controllo giudiziale delle condizioni contrattuali e l’equilibrio tra autonomia delle parti e tutela dei diritti fondamentali.
La storia del litigation funding è una storia di evoluzione: da strumento proibito — quando finanziare una causa contro la Corona inglese era considerato quasi eversivo — a leva democratica per riequilibrare i rapporti di forza.
