Ridurre, riciclare, responsabilizzare: le nuove sfide per i settori food e fashion

A settembre 2025 il Parlamento Europeo ha definito i contenuti delle nuove regole per la riduzione dei rifiuti nel settore alimentare e tessile.
La direttiva adottata a tal fine è il punto di arrivo di un’attività legislativa europea iniziata nel 2023 e finalizzata a contrastare lo spreco in questi settori.
Per quanto riguarda il settore alimentare, con l’entrata in vigore della direttiva gli Stati membri dovranno implementare un sistema normativo nazionale che consenta di raggiungere due obiettivi principali entro il 31 dicembre 2030:
ridurre del –10% i rifiuti alimentari provenienti dalle attività di produzione e trasformazione dei prodotti;
ridurre del –30% pro capite i rifiuti provenienti dal commercio al dettaglio, dalla ristorazione e dai consumi in ambito domestico.
Per consentire il raggiungimento di questi obiettivi, la direttiva prevede anche la facoltà del Parlamento Europeo di imporre agli Stati membri l’adozione di una serie di iniziative e norme nazionali che impongano agli operatori economici più rilevanti di adottare iniziative a supporto della donazione di alimenti invenduti e consumabili.
Per quanto riguarda il settore tessile, la direttiva richiede agli Stati membri di implementare a livello nazionale norme che impongano agli operatori di settore di farsi carico dei costi di raccolta, selezione e riciclo dei rifiuti tessili. Questa disposizione si inserisce nell’ormai consolidato regime europeo che prevede la responsabilità estesa dei produttori, secondo il quale il produttore di un bene è responsabile anche della gestione dei rifiuti derivanti dai propri prodotti. Gli obblighi si applicheranno ai produttori di abbigliamento, accessori, calzature, coperte, tende e biancheria nonché a chi commercia i prodotti all’interno dell’Unione Europea anche attraverso canali e-commerce, a prescindere dal fatto che sia stabilito o meno all’interno dell’Unione Europea.
Da quando saranno vincolanti le novità introdotte dalla direttiva?
Gli Stati membri avranno 20 mesi dall’entrata in vigore della direttiva per implementarla a livello nazionale: gli obblighi diventeranno pertanto effettivi per gli operatori di settore nel prossimo biennio.
L’adozione della direttiva dovrà poi essere coordinata con l’implementazione a livello nazionale del regime di responsabilità estesa del produttore, che invece dovrà essere eseguita entro 30 mesi dall’entrata in vigore della direttiva.
Cosa cambia in concreto per gli operatori di settore?
L’effettiva portata degli obblighi derivanti dall’adozione della direttiva europea potrà essere valutata dettagliatamente solo a seguito della sua implementazione a livello nazionale. Tuttavia, è verosimile che – nell’ottica di garantire il raggiungimento degli obiettivi di riduzione in capo agli Stati membri – gli operatori saranno chiamati ad adottare presidi funzionali ad un maggior controllo della gestione dei rifiuti e degli sprechi lungo le rispettive filiere, con una conseguente necessità di pianificazione dei costi, di sviluppo di meccanismi di tracciabilità e verifiche e di adozione di modelli contrattuali idonei a tal fine.