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Transizione IBOR e i tassi di riferimento alternativi

Nell’ultimo decennio, le carenze dei tassi benchmark – componente fondamentale dei mercati finanziari globali, in grado di influenzare le caratteristiche ed il valore di strumenti finanziari e di credito, per tutti i partecipanti al mercato – sono divenute sempre più evidenti, in particolare la mancanza di transazioni coerenti con i requisiti imposti dai c.d. IBORs (Interbank Offered Rates),  ha richiesto alle banche contributrici di basare le proprie comunicazioni sulla base del proprio giudizio professionale, esponendo tali tassi a potenziali manipolazioni e rendendo poco prevedibile l’andamento in condizioni di mercato anomale.

In ragione di tale mancanza, è in corso una riforma degli IBORs, di cui fanno parte anche l’EURIBOR (Euro Interbank Offered Rate) e il LIBOR (London Interbank Offered Rate), ampiamente utilizzati nella contrattualistica commerciale internazionale.

Numerosi gruppi di lavoro si sono adoperati per iniziare a sviluppare, ovvero identificare, dei tassi di riferimento alternativi (ARRs), noti anche come tassi privi di rischio (risk-free rates – RFRs). Tra questi:

  • nell’Unione Europea, è stato raccomandato l’uso dell’“Euro Short-Term Rate” (i.e. €STR).
  • negli Stati Uniti, il tasso identificato è il “Secured Overnight Financing Rate” (i.e. SOFR).
  • nel Regno Unito, è stato identificato il tasso “Sterling Overnight Index Average” (i.e. SONIA).
  • in Svizzera, il tasso definito è lo “Swiss Average Rate Overnight” (i.e. SARON).
  • in Giappone, è stato raccomandato l’uso del “Tokyo Overnight Average Rate” (i.e. TONAR).

Tra le differenze più note tra gli IBORs e gli ARRs, identificati da ciascuna autorità nazionale, emerge che i tassi IBORs sono, generalmente, tassi a termine futuro con più scadenze (c.d. forward-looking), mentre, i tassi ARRs, sono, generalmente, tassi overnight calcolati sulla base di transazioni passate (c.d. backward-looking). I tassi IBOR sono concepiti per riflettere il mercato dei prestiti interbancari comprendendo i fattori di rischio tipici del mercato interbancario, mentre i tassi ARRs sono privi di rischio (c.d. secured). Il Financial Stability Board si è espresso sostenendo che i tassi overnight siano più robusti dei tassi a termine (i.e. IBOR).

Per quanto concerne i contratti facenti riferimento all’EURIBOR, l’EMMI (Europe Money Market Institute) ha attuato una riforma finalizzata al suo adeguamento alle previsioni del Regolamento (UE) 2016/1011 (“Regolamento BMR”), sviluppando una nuova metodologia di calcolo ibrida. Grazie a tali adeguamenti, l’EURIBOR potrà continuare ad essere utilizzato anche in futuro come tasso di riferimento e, per il momento, non è stata indicata una data per la cessazione dello stesso.

Per quanto attiene al LIBOR, la FCA (Finacial Conduct Authority) ha dichiarato di aver concluso un accordo con talune banche affinché le stesse continuino a contribuire al relativo calcolo fino al termine del 2021. Successivamente a tale data, le stesse non saranno più tenute a fornire i valori da utilizzare per il relativo calcolo.

Le autorità inglesi, americane ed europee incoraggiano gli operatori a non usare più gli IBORs per nuovi contratti la cui scadenza sia successiva alla fine del 2021 ed a prevedere clausole di fallback per attenuare il rischio di cessazione improvvisa del contratto in caso di indisponibilità permanente, modifica significativa, o dichiarazione di non rappresentatività da parte di un’autorità competente di uno o più tassi di riferimento.

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