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Focus | Riproduzione dei beni culturali e uso degli spazi culturali: adottate le linee guida ministeriali

 

  1. Premessa

Negli ultimi mesi si è assistito ad una crescita nel dibattito pubblico sulla riproduzione dei beni culturali che ha visto una divisione tra chi sostiene la necessità di valorizzare economicamente il patrimonio artistico nazionale (legittimando le richieste di pagamento fatte dai musei ai privati) e chi, al contrario, ne promuove il libero utilizzo in un’ottica di massima diffusione (trattandosi quasi sempre si opere in pubblico dominio). La decisione del Tribunale di Venezia che ha inibito a Ravensburger la commercializzazione del puzzle con l’Uomo Vitruviano è stata solo l’ultima, in termini temporali, dopo altri casi che avevano coinvolto il David di Michelangelo e il Tondo Doni, tra riproduzioni fisiche di sculture ed NFT.

A novembre 2022, proprio a seguito delle polemiche connesse all’NFT del Tondo Doni lanciato dagli Uffizi, l’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale (Digital Library) del Ministero della Cultura aveva rilasciato le “Linee Guida per l’acquisizione, la circolazione e il riuso delle riproduzioni dei beni culturali in ambiente digitale” con l’obiettivo di riordinare e razionalizzare i regolamenti in materia di riproduzione e, quindi, semplificare le procedure su scala nazionale.

Con Decreto del 11.04.2023, il Ministro della Cultura è nuovamente intervenuto sull’argomento pubblicando le “Linee Guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali”.

 

  1. Il Decreto Ministeriale

Il Decreto Ministeriale n. 161 del 11.04.2023 è un atto normativo snello con il quale il Ministero si è limitato ad adottare formalmente le Linee Guida. Nella sua brevità, il Decreto fissa comunque due principi rilevanti.

Da un lato, chiarisce che i canoni ed i corrispettivi di concessione indicati nelle Linee Guida costituiscono gli “importi minimi” da addebitare ai richiedenti per l’uso di spazi e la riproduzione di beni culturali in consegna ad istituti e luoghi della cultura dello Stato. I singoli enti sono quindi chiamati ad adottare appositi tariffari che potranno prevedere canoni e corrispettivi superiori rispetto a quelli delle Linee Guida che saranno applicabili sono in mancanza di listini specifici.

Da un altro, il Decreto ribadisce (richiamando il Codice dei beni culturali) che – indipendentemente dal canone o dal corrispettivo individuato – la concessione per l’uso e la riproduzione dei beni culturali è subordinata alla previa verifica di compatibilità della destinazione d’uso della riproduzione con il carattere storico-artistico dei medesimi beni. I singoli enti potranno quindi rifiutare atti di utilizzazione ritenuti incompatibili o inopportuni.

 

  1. Le Linee Guida

Le Linee Guida, redatte a seguito di un confronto con alcuni soggetti del settore (in particolare cinematografico), determinano un tariffario generale per due diverse tipologie di concessione:

  • la riproduzione dei beni, attività suddivisa in 9 macro-prodotti (stampe fotografiche, immagini digitali, videoclip, diapositive, fotocolor, microfilm (duplicazione), ingrandimento da microfilm, fotocopie, scansioni);
  • l’uso degli spazi, attività suddivisa in 3 macro-prodotti (spazio in consegna al concedente, riprese video cinematografiche e televisive, servizi fotografici).

3.1   La riproduzione dei beni culturali

La prima sezione delle Linee Guida riguarda le ipotesi di riproduzione dei beni culturali nonché i casi di riuso delle medesime copie e distingue tra:

  • riproduzioni a scopo non lucrativo o per finalità non commerciali (le riproduzioni richieste o eseguite da privati per uso personale o per motivi di studio, ovvero da soggetti pubblici o privati per finalità di valorizzazione, di studio, ricerca, libera manifestazione del pensiero o espressione creativa, promozione della conoscenza del patrimonio culturale);
  • riproduzioni a scopo lucrativo o per finalità commerciali (le riproduzioni richieste o eseguite da destinare alla vendita sul mercato o per la promozione della propria immagine, del nome, del marchio, del prodotto o attività).

Sulla base di questa distinzione, nell’ambito delle riproduzioni senza scopo di lucro le Linee Guida identificano alcune (limitate) riproduzioni in ogni caso libere e gratuite ed altre libere ma soggette ad un rimborso delle spese sostenute dall’amministrazione concedente per la gestione del bene. Viene quindi previsto un esborso monetario – pur sotto forma di rimborso e non di canone – anche in assenza di lucro.

Per le riproduzioni a scopo di lucro, le Linee Guida fissano invece una formula di calcolo del corrispettivo minimo che tiene conto di una tariffa unitaria (a seconda del macro-prodotto di interesse) da moltiplicare per un coefficiente differenziato in funzione della destinazione delle riproduzioni (editoria, riviste scientifiche, pubblicazioni online, brochure e locandine, pubblicazioni in copertina, pubblicazioni cartacee non scientifiche ed e-book, merchandising, pubblicità) e per un ulteriore coefficiente relativo alla quantità o alla tiratura in funzione del mezzo scelto. Ad esempio, per 2 stampe fotografiche 24×30 in bianco e nero da pubblicare su riviste scientifiche fino a 1.000 copie con un prezzo di copertina inferiore ad Euro 50, la tariffa applicata sarà pari ad Euro 56.

Sulla base di questo meccanismo, le Linee Guida trattano poi una alcuni casi specifici come serigrafie ed NFT, nell’ottica di garantire la massima aderenza possibile agli strumenti utilizzati.

3.2   L’uso degli spazi

La seconda sezione delle Linee Guida ha invece ad oggetto la concessione d’uso di spazi presenti nell’ambito delle strutture in consegna agli istituti concedenti che sono, quindi, chiamati a svolgere una mappatura preliminare degli spazi utilizzabili.

In tal senso, gli enti dovranno quantificare la superficie dello spazio, individuare un canone all’interno della forbice fissata nelle Linee Guida (sulla base dell’effettiva dimensione, della posizione geografica e dei costi di manutenzione e gestione sopportati) e individuare – in maniera discrezionale, ma tenendo conto di elementi come il numero di visitatori, l’importanza per il periodo storico di riferimento, la presenza di opere d’arte ed il rispetto di specifici caratteri architettonici – il livello di prestigio dello spazio (media, alta o eccezionale). Anche in questo caso, la tariffa andrà poi moltiplicata per un coefficiente diverso a seconda dell’uso individuale (finalità istituzionali, non lucrative / non commerciali, lucrative / commerciali) o individuale ma connesso alla riproduzione.

Per chiarezza, le Linee Guida indicano che i canoni per l’uso degli spazi si cumulano con quelli relativi alle riproduzioni di beni culturali eventualmente conservati all’interno degli spazi stessi.

Sulla base di questi criteri, le Linee Guida dettano alcune specifiche per gli eventi svolti per finalità istituzionali (ad esempio, eventi organizzati nell’ambito di collaborazioni istituzionali con il Ministero), non lucrative / non commerciali (ad esempio, visite in esclusiva o concerti che non prevedono vendita di un biglietto) e lucrative / commerciali (ad esempio, convegni con esposizione di nomi o marchi, sfilate di moda), nonché l’obbligo di pagamento di una royalty sugli eventuali biglietti venduti. Ad esempio, la concessione in uso di uno spazio di 200mq di pregio medio per una sfilata di moda della durata di 5 giorni prevede una tariffa di Euro 44.000.

Le Linee Guida chiariscono poi il concetto di “uso individuale o privato per finalità lucrative o commerciali connesse alla riproduzione” che include l’uso di spazi finalizzata alla realizzazione di riprese video, televisive, cinematografiche e servizi fotografici. Rientrano in queste categorie le campagne pubblicitarie, le serie tv, i video musicali, le riprese video con scopo privato e i documentari.

Infine, sono previste alcune deroghe per casi specifici come le richieste provenienti da altri enti pubblici (possibile riduzione fino al 50%), gli sconti connessi alle giornate di allestimento e disallestimento, le ipotesi di lunga permanenza superiore ai 5 giorni (possibile riduzione fino al 30%), l’uso di spazi finalizzato alla riproduzione per scopo esclusivamente privato che non preveda alcuna limitazione alla fruizione pubblica e per un tempo ridotto, l’uso di più spazi del medesimo ente per un evento (possibile riduzione fino al 30%), le riprese in campo lungo (aumento del 10%), le riprese con il drone (riduzione del 40%), i contributi selettivi e le opere difficili, le riprese effettuate da microimprese e imprese di nuova costituzione (riduzione fino al 30%).

 

  1. Considerazioni finali

Le Linee Guida rappresentano un’innovazione rilevante per il mercato dei beni culturali che dovrà essere tenuta in considerazione soprattutto dalle imprese attive in settori come l’editoria, l’intrattenimento e l’organizzazione di eventi.

In precedenza, l’eventuale assenza di specifici tariffari rendeva astrattamente possibile lo sfruttamento di beni culturali senza il pagamento di canoni o corrispettivi. Ora, con l’adozione di un tariffario minimo di efficacia trasversale che dovrebbe provocare un incremento nel controllo da parte degli istituti, ogni atto di riproduzione dovrà essere ponderato anche sulla base dei costi fissi da riconoscere agli enti di riferimento.

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