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Inaugura mercoledì 7 novembre presso R&P Legal: FEDERICO CASATI Ciò che sembra. Ciò che è.

R&P Legal prosegue il suo percorso nell’arte ospitando questa volta le opere di Federico Casati, artista che gioca sulla percezione, sul potere cinetico della luce e dell’ombra e sull’inganno ottico. Federico Casati è figlio d’arte. Non ha avuto un solo padre artista: ne ha avuti tanti: tutti gli artisti che frequentavano la galleria di famiglia, lo Spazio Casati di Merate, un luogo raffinatissimo, nel quale, negli anni Settanta e Ottanta, hanno esposto personaggi del calibro di Morellet, Gianni Colombo e Joseph Beuys. Federico ha respirato arte fin da bambino: ha guardato gli esperimenti percettivi degli artisti cinetici, si è relazionato con le opere programmate del gruppo T, ha osservato gli studi cromatici di Jorrit Tornquist, ha compreso i processi sperimentali di Antonio Scaccabarozzi. E tutto questo gli è rimasto negli occhi, ha plasmato il suo pensiero, ha lasciato un segno profondo nel suo concetto creativo, sedimentandosi nel tempo per emergere più tardi, progressivamente, negli anni.

Il primo strumento espressivo di Casati è stato la macchina fotografica, con scatti che lasciano ampiamente presagire la direzione presa successivamente. Poi è iniziata la vera e propria ricerca sulla percezione. Una ricerca complessa e profonda, che parte dall’indagine dei problemi della visione, della relazione dell’oggetto con lo spazio e del ruolo della luce e dell’ombra, per giungere a ragioni concettuali di matrice diversa, che riflettono su questioni esistenziali che poco hanno a che fare con la ricerca dell’arte programmata e ottica nel senso più tradizionale del termine.

Il primo approccio ai lavori di Casati è certamente di natura percettiva. Gli elementi geometrici in rilievo che compongono la struttura dell’opera confondono l’occhio, provocano vibrazioni, producono strane sovrapposizioni dei piani visivi, si muovono e si modulano, entrando e uscendo dalle superfici monocromatiche che li ospitano, giocando con la luce e l’ombra che di volta in volta hanno il potere di modificarli. Alla sperimentazione percettiva tout-cour si mescola, in un dialogo molto interessante, lo studio del colore e delle sue potenzialità: il rapporto cromatico tra toni dissimili di un’unica tinta, accostamenti tonali studiati al fine di ottenere un particolare effetto visivo. Casati ama, e non sorprende, soprattutto il bianco, capace di ospitare ed esaltare un certo tipo di fenomeni ottici, ma non teme l’avventurarsi in altri lidi, scegliendo colori a volte del tutto imprevisti, come certi toni di verde acido, di azzurro e di arancione, capaci di portare nuova linfa a studi che sul bianco hanno già ampiamente detto la loro nell’opera dei maestri.

I piccoli elementi sono disposti sulla superficie secondo rigorosi schemi matematici, studiati con attenzione, elaborati sulla carta, mediante calcoli di relazione, rispondenze ed equilibri spaziali, ben prima della realizzazione della tavola. Anche la traduzione del grafico nell’opera definitiva richiede attenzione, precisione, lentezza… Un lavoro meticoloso, scientifico, ponderato, che produce, però, oggetti dotati di una straordinaria vitalità, nei quali la componente emotiva e quella umana hanno un loro – inaspettato – ruolo. Quella di Casati, infatti, non è solo un’elaborazione di meccanismi ottico-percettivi ma anche una vera e propria indagine sul concetto di “apparenza” nella vita quotidiana. Federico riflette sul senso dell’inganno a cui la realtà ci sottopone giorno per giorno, non tanto nel senso magrittiano de La trahison des images, quanto nel complesso rapporto tra ciò che è e ciò che sembra, ciò che siamo portati a leggere (e magari a giudicare) e la verità. Una questione che non riguarda solo la sfera percettiva o quella semantica, ma anche e soprattutto quella sociale, della relazione con gli altri, ricca di condizionamenti più o meno consapevoli che ci inducono a modificare il nostro pensiero e il nostro atteggiamento. Torna, in qualche modo, lo sguardo consapevole del fotografo, che reinterpreta la realtà, rendendola qualcosa di simile ma non uguale al vero.

L’eredità che Casati ha ricevuto dai suoi padri d’arte, sta dando, dunque, ottimi frutti. Con intelligenza, Federico ha compreso, metabolizzato e tradotto in qualcosa di personale la loro lezione e, forte di un innato senso dell’eleganza e dell’equilibrio e di una tecnica impeccabile, ha trovato la sua strada: una strada, come è giusto che sia, in continua e coerente evoluzione.

Dal 7 / 11 / 2018 al 4 / 02 / 2019 – R&P Legal – Piazzale Luigi Cadorna, 4  – 20123 Milano

Inaugurazione mercoledì 7 novembre 2018 alle ore 18,30

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