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OMBRA E CENERE Davide Maggioni negli spazi RPLT

Gli spazi di RPLT ospitano questa volta la ricerca di Davide Maggioni (Lecco 1973). Mostra a cura di Simona Bartolena e Armando Fettolini – inaugurazione martedì 6 maggio, ore 18.30

Dopo i colori e lo stile potentemente narrativo della figurazione di Azael Langa, si cambia completamente atmosfera, addentrandoci in una ricerca fatta di quiete, climi sospesi, silenzi e una profonda e sensibile immersione nella Natura.

“Nel mio lavoro”, scrive Davide Maggioni, “cerco di esplorare il connubio tra forme, spazi e concetti, con l’obiettivo di creare opere che invitino gli osservatori a riflettere sul rapporto tra ambiente e percezione. Esploro le possibilità di trasformare la nostra comprensione dello spazio e della dimensione, portando alla luce le connessioni nascoste tra materia e immaginazione. Attraverso l’uso di diverse tecniche e materiali, cerco di creare opere che si manifestino come esperienze multisensoriali, stimolando una riflessione critica sul nostro rapporto con l’ambiente costruito e naturale”.

Quello di Maggioni è un dialogo costante con il mondo naturale, di cui egli cerca di catturare l’essenza e la bellezza, portando alla luce le connessioni profonde tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda. La natura è per lui fonte di ispirazione e guida.

In mostra Davide esporrà soprattutto due serie di lavori: Elogio dell’ombra e Norvegian Wood.

La prima serie insiste sull’ombra, immaginando che essa non sia conseguenza della luce, ma piuttosto il suo scopo primario. Sono opere fatte di assenze che si fanno presenze, nelle quali ciò che è immateriale diventa protagonista. L’artista cattura, in composizioni che sfiorano l’astrattismo, le ombre prodotte dalle fronde degli alberi, tracciandole con segni dinamici, di affascinante raffinatezza, sulla superficie chiara del supporto.

Della seconda serie fanno parte, invece suggestive sculture realizzate con legni carbonizzati. “Attraverso la magia antica dello Shou Sugi Ban, antica tecnica giapponese che brucia il legno per proteggerlo, il semplice viene trasformato in sublime, conferendo agli oggetti una durata eterna e una bellezza senza tempo”, spiega l’artista, “L’opera è un tributo alla potenza trasformatrice della creatività e un invito a riscoprire la bellezza nascosta nelle cose più umili e dimenticate. Con rispetto vengono guidati attraverso il fuoco, lasciando che le fiamme accarezzino le loro superfici, sigillando il loro destino, in un ciclo eterno di trasformazione e rinascita, metafora della vita stessa. Nel loro abbraccio si cerca l’eternità, consapevoli che la morte non è l’antitesi della vita, bensì una sua parte intrinseca”.

“Davide si muove in territori astratti che nascono da intuizioni figurative, raccolte dalla realtà”, scrive Simona Bartolena, “Cacciatore di ombre, egli riesce a intrappolarne la dinamicità, la struggente e sfuggevole bellezza, con segni decisi e sicuri e un uso del colore tanto raffinato quanto efficace. Protagonista assoluta delle sue opere è la Natura, intesa, con un’intonazione quasi Romantica, come riferimento inevitabile, imprescindibile fonte di ispirazione e punto di riferimento fondamentale per la propria creatività. La Natura è vita e morte, costante rigenerazione, luce e ombra, appunto.

Da una parte nasce la serie poetica e lieve, delle ombre, nelle quali i segni scuri danzano sulla superficie chiara in composizioni armoniose e musicali. Maggioni racconta la luce partendo dall’ombra, inverte i rapporti, lavorando sull’oscurità, sull’assenza, sugli effetti immateriali che finiscono con il disegnare elementi che paiono prendere corpo. L’ombra non è più proiezione di un oggetto, ma oggetto essa stessa, pur nella sua inafferrabilità.

Dall’altra prende forma la produzione scultorea, fatta di prelievi dalla realtà – tronchi, pezzi di legno, tavole da cantiere – che si trasformano, grazie all’azione dell’artista, in oggetti dalla magnetica e misteriosa bellezza, in bilico tra il severo rigore di una figura geometrica e la vitalità dinamica di un elemento naturale. Ed è qui che emerge con maggior evidenza la formazione da architetto di Davide, che ‘costruisce’ strutture, pur con la libertà intuitiva dell’artista. Un incontro che dà vita a oggetti accarezzati dal fuoco, potenti nel loro stare perfettamente in bilico tra l’effimero e l’assoluto, tra una sfuggente transitorietà e una sublime eternità”.

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