Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione sono state chiamate ad inquadrare il rapporto tra la società per azioni ed il suo amministratore al fine di stabilire se ai compensi o agli emolumenti percepiti dall’amministratore debba applicarsi il limite di pignorabilità previsto dall’art. 545, comma IV, c.p.c..
Secondo la Suprema Corte “L’amministratore unico o il consigliere d’amministrazione di una società per azioni sono legati da un rapporto di tipo societario che, in considerazione dell’immedesimazione organica che si verifica tra persona fisica ed ente e dell’assenza del requisito della coordinazione, non è compreso in quelli previsti dal n. 3 dell’art. 409 c.p.c. Ne deriva che i compensi spettanti ai predetti soggetti per le funzioni svolte in ambito societario sono pignorabili senza i limiti previsti dal quarto comma dell’art. 545 c.p.c.”.
La statuizione della Corte, di cui alla sentenza n. 1545/2017, rende, quindi, possibile per i creditori pignorare l’intero anziché solamente la quota di 1/5 degli emolumenti e compensi percepiti dagli amministratori.