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Sfruttare l’estensione del Modello 231 ai reati tributari per prepararsi alla Cooperative Compliance

L’esigenza di recuperare gettito fiscale e di contrastare il fenomeno dell’evasione hanno comportato l’inasprimento del trattamento sanzionatorio nei confronti dei comportamenti evasivi e l’introduzione di strumenti di “pressione” economica per incentivare il contribuente al pagamento del debito tributario. La progressiva limitazione dell’istituto della prescrizione - che nel settore dei delitti tributari pare anche più marcata rispetto ad altri settori penali - ha ulteriormente inciso sulle possibilità per l’imputo di andare esente dalla pena senza preventivamente aver estinto il debito fiscale. Da ultimo, l’inclusione dei reati tributari nel novero del “catalogo 231” ha reso non più procrastinabile l’adozione di un Modello di compliance idoneo alla prevenzione del rischio reato-fiscale. D’altra parte, soprattutto nel settore fiscale, una politica aziendale orientata alla compliance (si pensi anche alla disciplina della “Cooperative Compliance” introdotta dal D.Lgs.  128/2015 e recentemente estesa) consente alle società di contenere il rischio di incorrere in gravose sanzioni e di beneficiare di aspetti premiali significativi.