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Update | Riforma del Testo unico dei servizi di media audiovisivi: è arrivata la pubblicazione in Gazzetta

Il tanto atteso Decreto contenente disposizioni di riforma (correttive e integrative) al Testo unico dei servizi di media audiovisivi (“TUSMA”) è appena stato pubblicato in Gazzetta ufficiale: entrerà in vigore il 2 maggio 2024. Si tratta del decreto legislativo 25 marzo 2024, n. 50 (“Decreto Correttivo”), adottato al fine di dettare disposizioni integrative e correttive al D. lgs. 8 novembre 2021, n. 208 che aveva riformato l’intero TUSMA.

Oltre all’approvazione di Camera e Senato, il Decreto Correttivo è passato anche dalla sezione consultiva del Consiglio di Stato, che ha reso il proprio parere lo scorso 27 febbraio.

Ma quali sono le novità introdotte dal Decreto Correttivo e perché sono state introdotte a così poca distanza dall’entrata in vigore del nuovo TUSMA?

L’obiettivo dichiarato è quello di perfezionare l’impianto normativo e conferire maggiore chiarezza e omogeneità al contenuto del testo del nuovo TUSMA, in continuità con l’obiettivo di assicurare il corretto funzionamento del mercato unico Europeo per i servizi di media audiovisivi, in attuazione della direttiva (UE) 2018/1808, di riordino di tali disposizioni.

È stata estesa la portata applicativa di alcune disposizioni di principio a tutti i fornitori di servizi media, sia audiovisivi che radiofonici, nonché è stata estesa anche alle piattaforme di condivisione di contenuti di solo audio alcune disposizioni di contrasto alla diffusione di contenuti illegali e di tutela degli utenti, dettate inizialmente solo per le piattaforme di diffusione di video.

Cuore della riforma è però, la semplificazione del sistema delle quote di programmazione e investimento in opere europee e di espressione originale italiana, materia molto discussa e che ha destato non poche preoccupazioni nel mondo della produzione indipendente.

Il Decreto Correttivo ha infatti ridotto la quota destinata agli investimenti in opere europee da parte dei fornitori dei servizi a richiesta (cd. on demand), dal 20% al 16% e ha rimosso la possibilità di introdurre ulteriori sotto quote di programmazione e investimento rispetto a quelle già previste dal TUSMA o di aumentarne la percentuale minima. Non sono state accolte le richieste dei produttori, che auspicavano il mantenimento delle esistenti quote di investimento obbligatorio (ridotte dal 3,5% al 3% del fatturato) e l’introduzione di sotto quote dedicate all’animazione. È stata, invece, innalzata dal 50% al 70% la quota di programmazione di opere recenti (ovvero prodotte negli ultimi 5 anni) di espressione originale italiana.

Ulteriore novità di rilievo è l’istituzione, al posto del Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione media e minori, del Comitato Consultivo Interistituzionale con compiti di promozione e ricerca sui temi di alfabetizzazione mediatica e digitale nonché con funzione consultiva (esprimendo proprio parere) in relazione all’adozione dei codici di autoregolamentazione e co-regolamentazione a tutela dei minori, le cui regole di funzionamento sono rinviate a un successivo decreto ministeriale.

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