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Storie di successi nel mondo della Rete

Nella nuova comunità della Rete si stanno affermando sempre di più modelli innovativi di imprenditoria.

Da una cultura basata essenzialmente sul posto fisso, sul lavoro dipendente, sta nascendo, anche in relazione alla crisi che ha drammaticamente colpito l’economia tradizionale, una nuova modalità di ricercarsi uno spazio lavorativo, una speranza di fare business.

La Rete nella sua travolgente e continua evoluzione offre spunti e opportunità per le nuove generazioni, respinte dall’economia industriale, di realizzare sogni imprenditoriali fino a ieri assolutamente imprevedibili e forse addirittura utopici.

Negli ultimi mesi ci è capitato di incontrare giovani avvocati che pur avendo iniziato il percorso della pratica legale tradizionale, venendo a contatto con le nuove problematiche della Rete, mi hanno confermato di voler provare a cambiare mestiere, di archiviare i sogni, per la verità un po’ obsoleti, di diventare grandi avvocati e di affrontare invece con amici o con qualche proprio cliente di pari età, un’avventura imprenditoriale irta di incognite ma sicuramente piena di fascino, innovazione e speranza di “farcela” sul serio.

Proprio tenendo conto di tale novità nel nostro mercato del lavoro, abbiamo provato a fare la lista degli under 30 che, partendo da un garage, sono riusciti a ripetere le gesta del mito di Steve Jobs. Negli Stati Uniti il ranking dei ragazzi fortunati e talentuosi è ricco di protagonisti e di storie affascinanti.

Le ripercorreremo insieme sperando di offrire spunti e stimoli per una replicabilità nel nostro paese che deve necessariamente farsi carico della responsabilità di offrire alle nuove generazioni una visione del futuro positiva e competitiva.

La carrellata del Pantheon dei più noti uomini di successo della Rete non può che partire dal guru di Facebook, l’appena trentenne Mark Zuckerberg, il più giovane miliardario del mondo con un patrimonio intorno ai 30 miliardi di dollari.

Dopo aver frequentato l’università di Harvard e proprio a causa di una delusione amorosa, Zuckerberg, come raccontato magnificamente nel film di David Fincher “The Social Network”, ha iniziato a creare le basi del sito allora chiamato FaceMash che offriva un sistema per votare le ragazze più  carine del campus. Al di là delle questioni legali connesse alla titolarità di tale idea (il contenzioso tra Zuckerberg e i fratelli Winklevoss è stato lungo e costosissimo), il successo di Facebook è sotto gli occhi di tutti e il ragazzo di White Plains, figlio di una psichiatra e di un dentista, ha coronato il suo sogno.

Un altro trentenne che grazie alla Rete è diventato famoso e ricco è Daniel Ek, fondatore nel 2006 di Spotify, il servizio di musica in streaming. Neo chitarrista fin dall’età di 4 anni, Daniel Ek a 23 anni era già in grado di comprarsi una Ferrari grazie al successo del suo primo business con le dot.com. Insieme a Martin Lorentzon si inventò poi un insieme di codici contenenti della musica con l’intento di farseli pagare dagli utenti. Di lì la nascita di Spotify e il suo straordinario successo  mondiale.

Il fondatore di Summly, Nick D’Aloisio, di anni ne ha solo 18 e ha appena venduto a Yahoo il suo gioiello ad una cifra superiore ai 30  milioni di dollari.

Summly è un’applicazione che permette di dare una gerarchia alle informazioni che si ricevono nella Rete, sintetizzandole in una sorta di indice. Insomma ci aiuta a mettere in ordine il bombardamento di news che ogni minuto ci arrivano da Google e dintorni. Si racconta un episodio divertente di questo giovanissimo talento che, arrivato a Londra per piazzare la sua invenzione, di fronte ad una delegazione cinese che voleva incontrarlo per trattare il prezzo, rispose “Sì volentieri, ma dopo le 17, perché prima sono a scuola”.

David Karp, ventottenne newyorkese è il fondatore di Tumblr, la piattaforma tecnologica lanciata nel 2007 per permettere a tutti noi di diventare blogger. “Il mio sogno – ha raccontato David – è sempre stato quello di fare l’imprenditore fin da quand’ero giovanissimo e infatti, al telefono, quando cercavo di recuperare soldi per le mie iniziative, dovevo tentare di impostare una voce più profonda e “matura” per mascherare la mia età vera”.

Chiudiamo questa carrellata con Kevin Systrom, 30 anni, co-fondatore con Mike Krieger di Instagram l’applicazione di condivisione di immagini per smarthphone, ceduta a Facebook per un miliardo di dollari.

Systrom si è laureato nel 2006 in California e ha poi lavorato per un paio di anni da Google. Instagram nacque come App di social gaming che permetteva, grazie alla geo localizzazione di fare dei check-in in alcuni siti fisici. La possibilità di postare delle fotografie era solo un servizio aggiuntivo e marginale di questa App. Il talento di Systrom e del suo socio fu di valutare che quella funzione apparentemente marginale e introdotta quasi per caso nel programma poteva diventare un nuovo modo di condividere le esperienze con una delle funzionalità più usate negli Smart Phone: la vecchia macchina fotografica.

Ci sarebbero da raccontare anche le storie di Andrew Houston (trentenne inventore di DropBox) di Evan Spiegel (fondatore di Snapchat) di Jan Koum (in questo caso over trentenne, co fondatore con Brian Acton di WhatsApp) e di Jack Dorsey (anch’egli ultra trentenne e co fondatore di Twitter e di Square, un sistema di pagamento che permette di usare le carte di credito con lo smarthphone): tutte storie di successo, tutte incredibili avventure di ragazzi che hanno avuto fiuto, che hanno investito nella Rete, che hanno avuto, questo aspetto non dobbiamo dimenticarlo noi italiani, la fortuna di nascere e crescere in un paese che offre ancora delle grandi opportunità a chi ha del talento, come gli Stati Uniti.

Speriamo che questi esempi siano ben auguranti, da un lato per i nostri giovani talentuosi, ma dall’altro anche per la nostra classe dirigente politica e imprenditoriale che finalmente si dedichi ad uno start up di un contesto di innovazione normativa e tecnologica adeguato a far crescere i nostri giovani che se lo meritano e a renderli competitivi nel villaggio globale del web.    

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