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Il Parlamento Europeo approva la proposta di Direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale

Con 438 voti favorevoli, 226 contrari e 39 astenuti, il Parlamento Europeo ha trovato, in data 12 settembre, un accordo sul testo della proposta di direttiva per la riforma del diritto d’autore nel mercato unico digitale: si apre dunque una nuova fase di negoziati con Consiglio dei ministri e Commissione al fine di arrivare alla definitiva approvazione del testo.

La necessità di una riforma dell’attuale disciplina del diritto d’autore è oggettiva; lo sviluppo del web e dei social media rende, infatti, sempre più veloce la circolazione di contenuti ed informazioni e la disciplina legislativa, ancora basata sulla concezione tradizionale dei mezzi di diffusione, non è più adeguata.

La Commissione Europea si è dunque messa al lavoro nel 2016 lavorando ad un testo che ha, come obiettivo principale, la regolamentazione di una forma di remunerazione ai contenuti editoriali online.

La tematica è stata ampiamente discussa e i diversi operatori coinvolti (giornalisti, editori, musicisti) hanno più volte, e per diverse ragioni, espresso perplessità in merito ai contenuti della proposta.

Il testo ora approvato dal Parlamento Europeo, dopo due anni di lavori, tutela i contenuti sul web; tutti gli autori, siano essi giornalisti, musicisti, artisti o sceneggiatori, dovranno essere remunerati per il proprio lavoro da parte delle piattaforme che intenderanno pubblicare i loro contenuti.

Inoltre, la nuova disciplina prevede una maggiore responsabilità delle piattaforme di condivisione (come Youtube o Google) rispetto alle possibili violazioni del diritto d’autore; le stesse dovranno dunque porre in essere adeguate misure di controllo e prevenzione.

Al fine di incentivare, tuttavia, le piccole impese, il testo esclude dalla legislazione le piccole e micro imprese del web; parimenti esclusa è la condivisione di contenuti su enciclopedie digitali (quali Wikipedia).

Questi sono le principali novità del testo approvato; non resta che attendere l’esito positivo delle negoziazioni nonché l’adeguamento italiano alla disciplina comunitaria.

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